Qualche giorno fa sottolineavo su Facebook che, al netto della efficiente macchina della propaganda e della disinformazione
vedere le immagini di Putin in mezzo alla folla osannante allo Stadio, quel simbolo “Z” mostrato con frequenza mi abbia riportato alla mente eventi passati. Eventi nefasti. Sarà sicuramente colpa dei pensieri associativi, ma qualche timore continuo ad averlo.
I numeri dello stadio
Mi ha molto colpito quanto avvenuto allo stadio Luzhniki di Mosca davanti a “200mila persone”. Il numero lo metto tra virgolette perché è un dato fornito del ministero dell’Interno russo. Ipse dixit. Il dubbio da parte mia resta per un semplice motivo: nello stesso stadio, nel 2018, venne disputata la finale dei Mondiali di calcio. Allora la capienza massima che venne ufficializzata era di 81 mila posti a sedere. Immaginare un raddoppio, e qualcosina in più, della capienza riesce un po’ difficile… anche se non impossibile. L’evento è stato costruito secondo il modello made in Usa. Spettacolo e grande spirito evocativo dietro ogni passaggio. L’immagine che è stata costruita ad arte è quella di un Paese orgoglioso di quanto si sta portando avanti in Ucraina. In tanti tenevano uno striscione con la lettera “Z “ripetendo in coro “Per Putin!”. E’ bene ricordare che quell’evento è stato un concerto in occasione dell’ottavo anniversario della riunificazione della Crimea con la Russia.
La lettera Z
Questa lettera l’abbiamo vista inizialmente sui veicoli militari russi in Ucraina. Ha molto colpito perché è stata disegnata con vernice. Qualcosa che appare come improvvisato ma che in realtà si è imposta nell’immaginario collettivo come simbolo che viene ricondotto proprio a questa operazione militare. Ci sono diverse spiegazioni che vengono addotte: c’è chi sostiene che stia per “Za pobedu”, cioé “Per la vittoria”. Secondo altri indicherebbe le zone di azione dei mezzi militari in Ucraina, sarebbe l’iniziale di “zapad”, che significa ovest. Fatto sta che la “Z” ha fatto anche la sua apparizione sulla rampa di un razzo allo spazioporto di Baikonur. Su alcuni profili social di artisti russi. Caso eclatante quello del ginnasta russo Ivan Kuliak che ha attaccato la lettera Z alla sua maglia ai Mondiali di Doha e una lettera Z è stata formata dai giocatori di bandy, una sorta di variante dell’hockey sul ghiaccio.
Il vangelo di Giovanni
Nel suo discorso Putin ha citato la Nuovo Testamento in ricordo dell’annessione della Crimea e lo ha fatto tirando in ballo un passo del Vangelo di Giovanni. “Non c’è un amore più grande di questo, di chi dà la vita per i suoi amici”. Lo ha detto rilanciando la sua decisione di inviare truppe per “difendere il Donbass”. Un Vangelo particolare quello di Giovanni che non si sofferma sugli aspetti storici e va letto in modo simbolico. Non a caso è il prologo del Vangelo di Giovanni è quello che si trova all’interno del tempio delle logge massoniche. “Un momento centrale dei lavori massonici in grado di apprendista – si legge su Ritosimbolico.it – è l’apertura del libro della legge sacra alla prima pagina del prologo del vangelo di Giovanni, su cui vengono sovrapposti squadra e compasso. La presenza sull’ara del vangelo giovanneo è strettamente legata al suo carattere iniziatico, gnostico ed esoterico, e all’universalità dei suoi contenuti, che vanno ben al di là di una prospettiva religiosa e confessionale”. Nel breve messaggio Putin ha poi richiamato alla lotta ai nazisti, al sentimento della Madre patria Russia per arrivare all'”operazione speciale” in Ucraina che va vista come una missione condotta in nome dei valori della cristianità.
E noi restiamo a guardare…
L’Occidente, triste questa definizione, continua a ignorare il fatto che Putin abbia offerto in questi anni ai russi l’illusione di una rivincita sulla storia. La velleità di essere superpotenza globale, ricordate le vecchia Madre Russia. Si è lavorato in modo tale che la propaganda interna portasse fuori le responsabilità della crisi economica e sociale: ora il nemico esterno, ora l’aggressore occidentale. E ovviamente si è puntato il dito contro chi da dentro ne ha sempre favorito la penetrazione, ovvero gli oppositori di Putin. La propaganda del presidente russo, come scrive il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, “corre più facilmente anche perché nessuno può ed è in grado di contrastarla”. Il peso del terribile errore di questa guerra disastrosa in Ucraina, le sanzioni economiche, la fine di ogni rapporto con il mondo occidentale avranno effetti? Potranno determinare o la caduta dello Zar o il suo rafforzamento. La via di mezzo è al momento da escludere.
Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.
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