Di Francesco, nella memoria di chi ha avuto l’onore di conoscerlo, resta come segno indelebile il sorriso dietro l’obiettivo fotografico. Il suo sorriso dietro il bancone sempre ben curato, il suo sorriso davanti al pc per l’elaborazione degli scatti. Era lo stesso sorriso che riempiva di luce e colore le foto che scattava. A poco gli servivano gli effetti che la tecnologia offre. Era il suo sguardo attento ai particolari, la sua empatia al di fuori dall’ordinarietà, il suo animo dolce, gentile e nobile a rendere ogni sua foto un’opera d’arte. Francesco Lo Verso è andato via all’improvviso e ha lasciato un vuoto impensabile. Ieri, mercoledì 5 aprile, ho appreso della sua morte. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Pochi giorni prima ci si era visti. Qualche mese fa un forte abbraccio per un piccolo dono fatto. Ho pensato alla sua mamma, dolce e sempre affabile e mi sono stretto spiritualmente a lei nel dolore.
Lo studio di via Giovanni Bonanno, a pochi passi dal vecchio studio fotografico di famiglia, era un punto di riferimento per tanti. E oggi con difficoltà riuscirò passare davanti a quel civico 29.
L’incidente in moto, la morte del padre, il cambio di sede, le tante vicissitudini personali. Francesco ha vissuto diversi livelli di dolore nel corso della sua vita. Ma una cosa gli è sempre rimasta: il sorriso. Un sorriso che non negava a nessuno. Nemmeno al passante curioso che sbirciava quella vetrina, semplice ma piena di vita.
Conosco la famiglia Lo Verso sin da bambino. Lo studio fotografico del padre era a pochi passi da casa mia, in via Marchese di Roccaforte. Centinaia i rullini che lì abbiamo portato e fatto sviluppare negli anni e che hanno scritto pagine di ricordi, emozioni e pensieri. Il fotografo di famiglia, che dimensione unica e meravigliosa. Francesco è cresciuto fianco a fianco a suo padre. Ha appreso il mestiere e lo ha fatto suo.
E’ stato interprete di una tradizione oggi bistrattata e calpestata da telefonini, sedicenti fotografi e da milioni di pixel che finiranno nel tempo nei cestini dei dispositivi digitali.
Le foto di Francesco, invece, rimarranno nel tempo. Perché sono opere d’arte che hanno dietro anni di passione, sofferenze, visioni e sentimenti.
Francesco Lo Verso coltivava alte dimensioni spirituali, livelli energetici che oggi da pochi sono colti. Ma il simile attira sempre il simile. Ed è per questo che Francesco manca e la sua assenza addolora. Un pugno diretto all’anima di chi oggi si sente più solo. Privato di un sorriso che rimarrà comunque nella memoria. Un segno inciso nel cuore di chi lo ha conosciuto e voluto bene.
Ciao Francesco. Ti voglio bene.
Ho avuto il privilegio di conoscere Francesco Lo Verso e anche suo padre sia perché da loro sviluppavo le foto dei battesimi dei nostri figli, sia perché il loro servizio nella Parrocchia di S. Luigi era sempre puntuale e preciso accompagnato da quel sorriso ben descritto da Giovanni. Ma la cosa più bella è il ricordo del suo servizio fotografico per la mia prima concelebrazione da diacono in Parrocchia. Grazie Francesco riposa in pace