Penso che sia il momento di parlare della nuova frontiera della social-critica cinematografica: le recensioni del non-visto. E nel nome del progresso, il dibattito sia aperto. Parleranno tutti quanti: dotti, medici e sapienti.
In questi giorni sembra esserci tanto da dire a proposito dell’ultimo film di Ficarra e Picone, #Santocielo. Ho letto decine e decine di recensioni, dalle riviste specializzate alle testate generaliste. Ci sono stroncature e apprezzamenti… insomma pareri, più o meno condivisibili, e comunque espressi da chi il film ha visto.
Noto, invece, che su un altro pianeta, quello della socialsphera si afferma sempre più una tendenza interessante a livello sociologico e degna di un soggetto di Alfred Jarry e della sua Patafisica: la recensione del non-visto.
Sull’ultimo film dei due comici siciliani ci sono commenti, opinioni e messa al rogo… di tutto e di più è disseminato anche nei più oscuri anfratti social. Persino in quei profili che, solitamente, vivono all’ombra delle condivisioni. E il sostrato comune è: “Non ho visto il film ma penso che…”.
Ritengo che quest’ultima iperbole social – la recensione del film che non si è visto – sia la migliore sintesi di ciò che il nostro tempo sta producendo: una generazione (non a livello anagrafico) di opinionisti del nulla, di critici del non-essere. Menti, cognitivamente modificate, che esternano il frutto di una sempre più dilagante ignoranza strutturale. Una deficienza acquisita che è divenuta auto rigenerante e infestante. I like ai post degli ignoranti a-funzionali sembrano poi galvanizzare i recettori del piacere e dell’auto compiacimento degli stessi, amplificando quella eco sorda che rimbomba nel vuoto e caotico silenzio delle coscienze. E del buon senso.
Una soluzione credo non ci sia. E così non mi resta che appuntare questo pensiero, sospirando e sussurrando con lo sguardo chino: #SantoCielo!