Oggi un altro bel momento di condivisione e di confronto sui temi legati ai social media, alla comunicazione e questa volta alla Chiesa. All’interno del palazzo arcivescovile di Palermo c’è stato proficuo scambio di idee, visioni e prospettive. Ma ancor di più una riflessione sulle modalità di diffusione che stanno stravolgendo anche i contenuti. Il Covid è stato un momento cruciale pure per la dimensione ecclesiale. Ci si è ritrovati davanti, per necessità e poco per virtù, a una accelerazione dei processi di “connessione digitale” con i fedeli. Canali per diffondere il Vangelo sono diventati social come Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. Radici millenarie che incontrano e si confrontano con il mondo digitale.
Di tutto questo si è parlato oggi, sabato 27 gennaio, in un incontro formativo nell’ambito delle iniziative in occasione della festa di San Francesco di Sales, che viene celebrata il 24 gennaio e che è patrono del giornalisti. A promuoverlo l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali-Ufficio stampa dell’arcidiocesi di Palermo. “Le sfide dettate dall’evoluzione degli strumenti della comunicazione” era il titolo dell’incontro che si è tenuto nel salone Cardinale la Vitrano, al palazzo arcivescovile di Palermo ed è stato realizzato in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti Sicilia, l’Associazione siciliana della stampa e l’Ucsi Palermo e il coinvolgimento di Radio Spazio Noi, Poliedro, Porta di servizio e Librerie Paoline.
La scoperta di don Dario
Sono stato tra i relatori di questo incontro insieme a Luigi Perollo, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo. Ma ho avuto la bella opportunità di ascoltare – e quindi conoscere – don Dario Chimenti. Ho scoperto il suo approccio sano a un social insano come TikTok. Don Dario fa parte del progetto “La Chiesa ti ascolta” del Pontificio Consiglio Comunicazioni Sociali e sono felice di avere sentito dalla sua voce il modo di vivere e relazionarsi con i social e gli utenti. Mente lucida e aperta che spero possa diventare paradigma per una Chiesa ancora troppo divisa di fronte a uno strumento che – comunque sia – va conosciuto e usato.
Tra gli interventi ci sono stati anche quello di Michelangelo Nasca, presidente Ucsi Palermo e di suor Fernanda di Monte, responsabile eventi Libreria paoline che hanno suggerito spunti di discussione davvero interessanti.
I social per la Chiesa sono un ponte
I social non sono soltanto il canale per trasmettere in streaming le celebrazioni liturgiche. Curioso immaginare il tentativo di voler spostare sui pixel la sacralità di momenti come l’epiclesi. E’ vero, questo strumento ha permesso a chiunque, ovunque nel mondo, di partecipare a una celebrazione eucaristica. Ma non basta. Bisogna percorrere i social come un ponte. Per raggiungere l’altro. I social consentono la formazione di una comunità online e lì si può muovere una riflessione spirituale a partire dalle questioni sociali, etiche e morali. Un’integrazione responsabile dei social all’interno dell’azione pastorale parrocchiale e diocesana dei social non un sentiero semplice da percorrere. Ma va fatto il primo passo. I ponti fatti di codice attendono di essere attraversati dal Vangelo.