È stato già considerato da tanti scrittori e sceneggiatori. Nulla di nuovo, quindi, in questa mia riflessione. Ma mi piace sempre riflettere su quale possa essere il potenziale impatto di una minaccia di invasione extraterrestre sulla Terra. È chiaro come a quel punto diventi indispensabile la cooperazione globale.
Quelli che oggi sono i confini geopolitici, le differenze culturali e gli interessi nazionali sarebbero tutti aspetti destinati a lasciare spazio e tempo ad altro. Perché quando si fanno i conti con una minaccia esterna a prevalere è l’istinto di autoconservazione dell’umanità.
Un concetto ampiamente esplorato nella narrativa fantascientifica, ma che ha anche radici nella storia di questa folle umanità. Un esempio? Alieni sono stati i nazisti. L’unità contro un nemico comune è stata dimostrata in uno dei momenti cruciali della storia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le nazioni alleate si sono unite per sconfiggere l’Asse, superando le differenze ideologiche e nazionali per garantire la sopravvivenza collettiva.
Anche oggi stesso ci sarebbero alieni contro cui combattere in modo compatto e unito. Penso alle sfide globali come il cambiamento climatico, le pandemie e la povertà. Ma questo sembra non bastare.
L’arrivo di extraterrestri ostili potrebbe accelerare processi di cooperazione oggi “concreti” solo a parole?
Non ho una risposta.
Di certo non mi stupirebbe se, a pochi passi da un conflitto nucleare su scala globale, venisse fuori una narrazione su nuove forme di vita in avvicinamento. Coup de théâtre.
Immagine generata con AI con tecnologia DALL-E3