Il mio lavoro di giornalista mi porta spesso a riempire la pagina di cronaca del telegiornale con notizie su disagi, proteste, rabbia. Su opere incompiute e servizi carenti. Su inadempienze politiche e abusi sociali. E ancora furti, rapine, omicidi. Una Sicilia che, per questi casi, racconto servendomi di un inchiostro nero.
Eppure in questa folle Isola ci sono spazi di luce che, purtroppo, restano alle volte distanti dalla ribalta della cronaca. Luoghi che nel silenzio vedono un esercito di persone lavorare per il futuro. E non è facile. Specialmente quando fai i conti con il caotico incedere di un tempo in cui emergono ingiustizie, soprusi e violenze.
Oggi sono qui a fare la cronaca di un dono. Un dono che ho ricevuto e di cui voglio lasciare traccia sul mio blog. L’inchiostro che utilizzerò questa volta non sarà nero ma rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Sì, i colori dell’arcobaleno. Gli stessi di cui, secondo me, è fatta la speranza.
Grazie a un invito che porta la firma della dirigente scolastica Maria Rosa Caldarella, sono entrato oggi all’interno di un cantiere straordinario: l’istituto comprensivo statale “Cruillas”, plesso Mendelssohn. Sia ben chiaro: non ho trovato impalcature, attrezzi da lavoro e operai in azione. In questa scuola, che si trova in una delle periferie di Palermo che tanto hanno da raccontare, ho assistito a uno splendido e straordinario spettacolo: “Storie di piccoli eroi”, “L’Isola che non c’è”. A esibirsi le classi seconda B, prima A e prima C.
Non è stata una semplice recita scolastica. Ma molto di più. Un momento che ha saputo commuovere e ha fatto riflettere. E ha avuto la capacità di fare semina. Sì, ha lasciato un seme nelle coscienze e nella memoria, singola e collettiva. Sono stato all’interno di uno spazio a Cruillas in cui ho osservato come tutti lavorassero animati da una sola volontà: costruire Futuro. Gli insegnanti, gli alunni, i genitori presenti. Non è facile assistere a un cantiere del genere. Qui non si lavora principalmente per lo stipendio che si porta a casa a fine mese. Ma per uno splendido ideale: costruire un futuro migliore.
Lo spettacolo mi ha trascinato in una dimensione di riflessione straordinaria. Ho rivisto le storie di quelle vittime di mafia, dirette e indirette, che io – nato nel 1978 – ho vissuto e sentito. Mi è stato riservato un posto in prima fila che mi ha permesso di abbracciare con lo sguardo il coro, i giovani attori, la radio di Peppino Impastato, e i genitori commossi ed emozionati. Accanto a me l’ispettore capo della polizia municipale Rosa Mazzamuto, il vicequestore aggiunto della polizia di Stato Ilaria Pedone, Anna Cappiello, figlia di Gaetano e il fratello di Biagio Siciliano, Vincenzo. Mi sono sentito parte di un progetto, di una famiglia scolastica straordinaria.
Questo progetto Legalità ha saputo raccontare e raccontarsi. Ed io sono stato felicissimo di essere stato coinvolto come referente dell’Assostampa per questo plesso di Cruillas nell’ambito del concorso indetto dalla Prefettura di Palermo. Ho conosciuto docenti straordinari che amano il loro lavoro e che vivono di questo. Ho toccato con mano la forza e la tenacia di Franca Liotta referente della scuola per la legalità. La passione e la bravura di Clementina Mammana che ha saputo mettere in piedi uno spettacolo che tocca le corde del cuore e della storia insieme a Gabriella Glorioso e a tutti gli altri docenti che erano presenti. A voi va il mio grazie per quello che state costruendo. Perché è sul presente di queste generazioni che costruiamo il futuro. E il futuro deve avere sempre più i colori dell’arcobaleno. Della speranza.
Sono un insegnante originaria della Sicilia trapiantata al nord da molti anni ho letto con interesse questo articolo molto toccante emotivamente .congratulazioni alle insegnanti .