Novembre vola via velocemente stretto tra l’imponente ottobre e il frenetico dicembre. In questo periodo prende per me forma lo studio e l’analisi. Mi dedico a temi che spesso, durante l’anno, rischiano di restare in superficie. Questo mese è anche quello in cui emergono con forza i vuoti: di progettualità, di contenuti.

Una delle fonti di ispirazione è per me il confronto con ambienti di lavoro e professionalità che mi circondano o con cui, per caso o necessità, mi trovo a fare i conti. Spesso nel corso della mia carriera professionale ho fronteggiato quella che definisco la bulimia lavorativa, una trappola moderna in cui è facile cadere: c’è quel continuo bisogno di fare, di produrre, di accumulare risultati. Una inclinazione spesso dettata più da una logica di quantità che di qualità. È una corsa incessante che spinge a riempire spazi con vuoti, come se il valore del nostro lavoro risiedesse solo nella sua mole. E si ascrive all’ethos lavorativo la propria convenienza.

Alla lunga, questa spinta si rivela per quello che è: un inganno che svuota, una fame che nessun risultato riesce poi a saziare davvero.

Questa corsa perenne al “fare” rischia di far perdere il vero significato del lavoro, la capacità di pensare, di fermarsi e valutare, di riflettere su ciò che stiamo producendo. La logica della quantità sostituisce quella della qualità che richiede tempo, cura, attenzione. Richiede la possibilità di dedicarsi con calma e con dedizione a ogni dettaglio, e questo non può avvenire in un sistema in cui l’obiettivo è solo quello di “fare di più”.

Fermarsi a riflettere sul proprio lavoro è diventato oggi un atto necessario di ribellione alla logica della quantità, un modo per ritrovare il senso della qualità e per costruire qualcosa che non sia solo numeri, ma valore autentico. La qualità è una scelta, e scegliere di dedicarsi a essa è un modo per preservare la nostra integrità professionale, per creare risultati che ci rispecchino davvero e che abbiano un impatto profondo e duraturo.

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.