Mi sono da poco iscritto ad alcuni gruppi su Facebook dedicati ai nati del 1978, e devo dire che è stata una piacevole sorpresa. Condividere ricordi comuni, canzoni, giochi e persino i piccoli dettagli che ci hanno segnato, crea un senso di appartenenza davvero particolare. Tutto va oltre a quel tuffo nel passato che accarezza, o meglio, solletica la nostalgia.

Essere accomunati dall’anno di nascita è come condividere un punto di partenza, un’origine comune che lega in modo invisibile ma profondo.
Il 1978 è stato un anno di transizione, probabilmente il vero cuore pulsante di un decennio che mescolava ancora gli echi del passato con le prime vibrazioni di un futuro tecnologico e culturale in fermento.
Chi è nato in quell’anno porta con sé il segno di un’epoca che ha visto il sorgere di nuovi ideali, l’evoluzione del pensiero sociale e l’inizio di una modernità che ha poi definito le generazioni a venire.

Crescere in quegli anni significava respirare un mondo che si affacciava a nuovi orizzonti: le prime console per videogiochi, le musicassette che ci permettevano di registrare e creare colonne sonore personali, e l’ultimo spiraglio di infanzie vissute per strada, tra giochi semplici e libertà incondizionata. È un’epoca che oggi riscopriamo con nostalgia, perché ha insegnato l’essenzialità e la gioia di ciò che si aveva.

Avere una memoria comune è una fortuna: canzoni, film, eventi storici che ci hanno segnato in modo indelebile.
Ritrovarsi è bello perché si parla un linguaggio universale fatto di esperienze comuni, di sorrisi complici nel ricordare “come si stava bene allora”.

A differenza di altri contesti, in questi gruppi la condivisione non è un semplice rimpianto del passato, ma un richiamo a vivere il presente con la stessa autenticità, cercando connessioni vere e profonde.

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.