La Pasqua per i credenti è il tempo della rinascita, della speranza che si rinnova e del significato profondo della resurrezione: il passaggio dalla morte alla vita, dal buio alla luce. Ma cosa significa oggi celebrare la Pasqua? In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale, dagli algoritmi e da una tecnologia che sembra capace di predire e orientare ogni nostro comportamento… che spazio trova la fede nell’essere umano?
Donne e uomini affidano gran parte della propria vita quotidiana a sistemi sempre più sofisticati. Ci sono algoritmi che suggeriscono cosa leggere, cosa guardare, quali persone frequentare e persino cosa pensare. In questo scenario artificiale, viene naturale domandarsi: c’è ancora spazio per la fede?
La resurrezione di Gesù per i cristiani è un evento che va oltre ogni calcolo e previsione. È anche la promessa di qualcosa di altro e di alto che si intuisce e mai si comprende pienamente. È l’invito a un mistero che intreccia morte e vita, buio e luce. E forse proprio per questo, anche nell’era dell’intelligenza artificiale, la fede non solo è contemplata, ma necessaria. È la sfida a mantenere vivo il senso e la ricerca di significati profondi, la fiducia in una realtà che supera le nostre capacità di controllo e previsione.
La Pasqua ci ricorda il passaggio dalla schiavitù alla liberazione. Una fase in cui prende vita la speranza e che non può essere programmata da un algoritmo, ridotta a una formula matematica o soggetta a meccanismi predittivi.
La Pasqua vive nella capacità – unica e aurea – dell’essere umano di credere nell’impossibile, di trovare la luce anche nelle notti più oscure.
Buona Pasqua!