Non è un giorno qualunque. Non è un compleanno, né una festa in maschera. Il 25 aprile rappresenta la nascita dell’Italia libera, la fine della dittatura, la sconfitta del nazifascismo. È il giorno della Liberazione, il giorno in cui un popolo tra sacrifici, lotte e morte ha scelto di rifiutare l’oppressione per abbracciare la democrazia. Ha scelto di non stare dalla parte di quelli delle camere a gas, dei forni crematori, dei campi di concentramento.
Hanno partecipato alla Resistenza persone di ogni età, sesso, religione, provenienza geografica e politica, di ogni estrazione sociale. Tutti guidati da personalità di spicco dell’antifascismo che hanno combattuto il regime durante tutto il ventennio, spesso pagando con il carcere, il confino, l’esilio. La Resistenza è stata portata avanti dai comunisti e dai democristiani, dagli azionisti e dai monarchici, dai socialisti e dai liberali, dai repubblicani e dagli anarchici.
Quel che accadde allora non fu solo una pagina di storia. Fu una scelta etica, politica, umana. E quella scelta non può essere relegata a una ricorrenza da celebrare sottotono.
La nostra Repubblica poggia su fondamenta stabili, solide. Sono scritte nella Costituzione, che trae linfa vitale proprio dalla Resistenza. Senza la Liberazione, non ci sarebbe stata né Repubblica, né Costituzione. È un’equazione semplice, ma che qualcuno tenta sempre di mettere in discussione, cercando di ridurre la ricorrenza a una disputa ideologica, a una guerra tra opposte fazioni. Ma non è una questione di partiti. È una questione di civiltà.
Commemorare il 25 aprile significa custodire un’eredità. Significa ribadire, ogni anno, che la libertà non è un bene scontato. È un valore da proteggere, da rinnovare ogni giorno. Perché, come ricordava Maria Cervi:
«Nessuna conquista è per sempre: c’è sempre qualcuno che è interessato a toglierla. Per cui resistere è, non solo un dovere, ma è anche una necessità dei giovani d’oggi, altrimenti non si va avanti».
E mai come oggi, in un’Europa che da troppo tempo convive con l’ombra della guerra, questa frase suona come un monito e una responsabilità. Il 25 aprile non è solo il ricordo di ciò che è stato. È la consapevolezza di ciò che possiamo ancora diventare.
Viva il 25 aprile. Viva la Memoria. Viva la Libertà.
Ecco il calendario di appuntamenti in Sicilia.
Palermo
Nel capoluogo siciliano alle 9.30 l’appuntamento al Giardino Inglese aperto da qualche giorno dopo lavori di restauro e riqualificazione. Poi l’Anpi, Cgil, Arci e altre associazioni hanno organizzato un corteo in via Libertà. La giornata proseguirà a piazza Casa Professa con attività e laboratori rivolti ai bambini e con un concerto di musica live.
Catania
A Catania è previsto un raduno in Piazza Palestro (Fortino) alle 09:30 e poi il corteo cittadino antifascista con Anpi Catania. Alle 15.30 «La liberazione spiegata ai bambini e alle bambine» lettura e laboratorio creativo. Alle 16.30 invece è l’ora delle «Letture Partigiane» un breve reading curato da lettori e lettrici. Alle 17.00 si fa spazio al teatro con «Emozioni immobiliari», lo spettacolo di Valentina Conti e Matteo Paino, produzione Officine teatrali il Pazzo e la Luna. Si conclude la giornata con il tradizionale Concertone al Tramonto, dalle 18.30 sul palco libero e resistente.
Messina
A Messina l’appuntamento per il 25 aprile è alle 9.30 alla galleria Santa Marta per la «Pedalata Resistente», organizzata dalla Uisp e dalla Fiab Messina ciclabile. Al termine della celebrazione istituzionale, sarà deposta una corona d’alloro; l’Anpi ha predisposto letture collettive di poesie e brani di letteratura sulla Resistenza, intercalati dalle biografie di partigiane e partigiani messinesi, di antifascisti e di vittime della violenza della guerra nazifascista. L’Anpi messinese, tuttavia, in segno di rispetto per la morte del Papa ha deciso di sospendere il concerto previsto per il pomeriggio del 25 aprile rinviandolo al 1° maggio.