Seguo sempre con stupore e curiosità la corsa al voto per le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti. C’è un’energia, un fermento che per alcuni racconta quanto ci sia bisogno di ritrovare un senso a questa professione. Per altri è, molto più banalmente, il solito giro di telefonate.
Sono stato consigliere dell’Ordine per oltre quattro anni — un mandato più lungo del previsto, complice il rinvio delle elezioni. In quei quattro anni ho toccato con mano cosa significhi Ordine. La gestione dell’Albo con i suoi elenchi, la vigilanza sulle regole deontologiche, l’avvio della formazione professionale continua, la responsabilità di rappresentare una categoria spesso più divisa che unita. Un lavoro silenzioso – in molti casi per necessità -, complesso, che si inserisce dentro il solco di leggi e regolamenti. Ultimo aspetto: è tutto a titolo gratuito. Nessun gettone di presenza o stipendio.
Oggi vedo tanta confusione. Si mescolano i temi ordinistici con quelli sindacali, si sovrappongono piani e competenze. È bene chiarire che l’Ordine non è un sindacato, non difende contratti o salari — vigila sulla professione. E lo dico con la consapevolezza di chi è stato consigliere regionale dell’Ordine da precario. Una parola oggi abusata, svuotata del peso che si porta dietro. Ho vissuto il precariato per decenni, con la stessa fatica che vedo negli occhi di tanti colleghi sfruttati, sottopagati, dimenticati.
Alla fine, anche in questa tornata, prevarrà il buonsenso. Ne sono certo. Leggo i nomi di tanti amici, oltre che colleghi. Tra questi c’è chi sostiene l’indipendenza ma deve comunque condividere una lista d’appartenenza. Una cosa che – sia chiaro – non condanno in modo assoluto. Che ci siano correnti diverse è una ricchezza per la nostra categoria e fonte di sano dibattito.
Personalmente sosterrò i colleghi della lista #controcorrente con cui condivido un percorso professionale da tempo. Agli altri colleghi, alcuni dei quali cari amici oltre che stimati professionisti, auguro un sano in bocca al lupo. Sono certo che tra loro c’è chi approderà in consiglio e questo potrà solo dare valore aggiunto alla crescita della nostra categoria e della nostra professione.