Auguri ai lavoratori e agli aspiranti tali. Così come ai sedicenti lavoratori e a quelli che amano osservare chi lavora. Oggi, Primo Maggio, il mondo celebra la giornata internazionale dei lavoratori, un’occasione per riflettere sulle conquiste fatte a partire dal movimento operaio.
Mentre la politica continua a vantarsi e scontrarsi sui posti di lavoro creati, mancati, poveri o ricchi che siano, siamo dentro una nuova rivoluzione industriale i cui effetti continuiamo beatamente a ignorare.
L’intelligenza artificiale sta trasformando il mondo e il modo in cui svolgiamo molte attività lavorative, aumentando l’efficienza e l’automazione in settori che vanno dalla produzione all’assistenza sanitaria. Un’automazione che ha il potenziale per sostituire una vasta gamma di mansioni, da quelle routinarie a quelle altamente specializzate.
Questo significa perdita di posti di lavoro e una conseguente e crescente disuguaglianza economica.
Ci sono alcune professioni che diventeranno obsolete e altri settori che vedranno una maggiore domanda di competenze tecnologiche avanzate. A questo aspetto va anche considerata la questione che animerà sempre di più i dibattiti politici ovvero quella dell’impatto sull’equilibrio tra lavoro e capitale. Con l’IA aumenta, di fatto, la produttività del lavoro e la distribuzione del reddito e del potere all’interno della società sarà uno dei nodi da sciogliere. L’accesso alle tecnologie correlate all’intelligenza artificiale non è già uniformemente distribuito e ci sono divari digitali tra i lavoratori e le regioni del mondo.
Oggi dovrebbe essere una festa di incontri e confronti. Il progresso non lo si può fermare ma lo si può regolamentare. Oggi più che festeggiare i lavoratori bisogna pensare a come proteggerli, promuovendo la formazione e la riqualificazione professionale e garantendo una distribuzione equa dei benefici dell’intelligenza artificiale.
Buona festa, intanto, ai lavoratori e agli aspiranti tali. Così come ai sedicenti lavoratori e a quelli che amano osservare chi lavora!