Dopo avere fatto una scorpacciata di commenti, di reazioni e avere letto riflessioni e contestazioni, voglio fissare su questo mio blog alcuni spunti di riflessione sul lavoro giornalistico portato avanti da Fanpage.it con l’inchiesta “Gioventù Meloniana”. Dalla riflessione fatta dal collega Ciro Pellegrino (qui il link), emergono due aspetti:

  • Senza una telecamera nascosta, probabilmente, non avremmo mai visto alcuni attivisti politici inneggiare al fascismo, urlare i «Sieg Heil» o avremmo mai sentito discorsi razzisti e antisemiti.
  • Certamente che all’interno di un’organizzazione giovanile che fa capo a un partito politico ci possano essere queste derive è un tema, un argomento di interesse pubblico.

Detto questo, un’inchiesta giornalistica come quella portata avanti da Fanpage.it apre a più riflessioni e coinvolgimenti. Per chi non avesse ancora avuto modo di vederla qui c’è il link che vi dà anche la possibilità di scaricare le due puntate.

Di cosa parla l’inchiesta?

Con una giornalista sotto copertura è stata aperta una finestra sull’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Dalle feste di partito alle inaugurazioni di sedi sino alle vacanze comunitarie… l’inchiesta mostra un volto dell’organizzazione. Nelle immagini raccolte dalla giornalista e poi diffuse in due puntate, si vedono saluti fascisti, si ascoltano riflessioni sul terrorismo nero, si sentono commenti e derive xenofobe e antisemite. Insomma temi assai delicati su cui aprire un dibattito, anche interno al partito, è necessario.

Il giornalismo sotto copertura tra merito e metodo

C’è chi punta il dito contro il metodo, ignorando il merito. E c’è chi inorridisce di fronte a un modo di fare giornalismo “che va contro le regole”. Ma stanno così le cose? A proposito di giornalismo sotto copertura (undercover) è opportuno dire che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, o almeno da 137 anni. Siamo nel settembre del 1887 quando una ragazza di 23 anni, tale Elizabeth Cochran, bussa alla porta di John Cockerill, il direttore del “New York World”. Vi dice niente questa testata? Beh, è il giornale di Joseph Pulitzer. La ragazza chiede di essere assunta come reporter, scriveva già per un quotidiano di Pittsburgh firmandosi Nellie Bly. Vuole portare avanti un’inchiesta importante, quella che possiamo considerare la prima vera inchiesta sotto copertura: è lei a entrare a Blackwell Island, il manicomio femminile di New York. Ne nasce un reportage che farà la storia del giornalismo. E di grandi scoop giornalistici nati con questa modalità ce ne sono diversi.

Quello cui oggi guardo sono gli effetti dell’inchiesta giornalistica “Gioventù Meloniana”. Un lavoro che ho ribattezzato “multi assist”. Fanpage.it ha di fatto lanciato un passaggio determinante per andare in rete.

Il cross a Giorgia Meloni

Il primo assist è per Giorgia Meloni. E’ un cross che la premier dovrebbe prendere al volo. Il servizio della testata online permette, infatti, a lei e ai dirigenti del primo partito d’Italia di agire immediatamente verificando quanto denunciato dal giornale. Una volta accertate le responsabilità e vicende, si dovrebbe passare all’azione con l’obiettivo unico e condiviso di evitare che degenerazioni simili – derive che mettono insieme fascismo, xenofobia e antisemitismo – possano prendere piede all’interno di una organizzazione che lavora per e sul territorio. Una scelta che consentirebbe di dare ancora più consensi a una forza politica che oggi governa già con un ampio margine e che grazie proprio alla sua leader è cresciuta nel tempo.

Il passaggio filtrante al Giornalismo

Fanpage.it con Backstair, l’unità investigativa del quotidiano diretto da Cancellato, lancia un assist a un altro giocatore: il giornalismo italiano. Un passaggio filtrante che di fatto squarcia il velo su un vuoto che in Italia è ormai strutturale e sotto gli occhi di tutti. Le difficoltà finanziarie, ataviche o endemiche, che affliggono molte testate giornalistiche hanno portato a tagli nei budget e nelle risorse dedicate alle inchieste. Inchieste che possono pure portare problemi visti gli interessi economici e politici che alcuni gruppi editoriali puntano a preservare. Si guarda sempre più alla quantità e non alla qualità dell’informazione, al fare di più con meno. E quindi si fanno meno inchieste. E’ un giornalismo che richiede tempo, investimenti in risorse, formazione continua per i giornalisti. L’indipendenza editoriale (crowdfunding, supporto delle fondazioni…) è ancora una chimera. Per buona parte della stampa in Italia siamo ancora nel mezzo di una notte, troppo lunga. Quando i giornali non riescono a svolgere il loro ruolo di controllo – i famosi cani da guardia del Potere (watchdog journalism) -, la fiducia dei lettori diminuisce. E tutto il resto è presente. Purtroppo.

Il calcio d’angolo e i partiti politici

Altro assist che lancia Fanpage.it chiama in causa non solo soltanto la Meloni e Fratelli d’Italia ma tutte le forze politiche. E non mi riferisco alla disputa d’Aula. Chiedere di prendere le distanze può essere importante, ma che effetti concreti sortisce? Serve, invece, che ognuno lavori all’interno del proprio partito per comprendere lo stato di salute, gli umori e, soprattutto, individuare quelle pericolose inclinazioni (corruzione, di voto di scambio, derive ideologiche…) che possono serpeggiare. A rischio c’è la stessa democrazia. Nessuno è incolume.

Il calcio di punizione che premia l’opinione pubblica

Fanpage.it con “Gioventù Meloniana” probabilmente ha tirato in rete direttamente da un calcio piazzato. E ha segnato. Perché gli effetti ci sono stati. E ci saranno.

Il tempo dei complotti e il senso della Storia

Per concludere: quelle immagini mi hanno messo di fronte a delle ragazze e dei ragazzi che parlano di fascismo e che si lasciano andare a derive xenofobe e antisemite con grande facilità. Una facilità di cui non riesco a cogliere i margini: quanta consapevolezza c’è? Quanta l’ignoranza su certi temi?

Diversi gli elementi che vanno contestualizzati. Siamo in una società che ha perso il senso della Storia. Sì, la Storia. Molto ritengo essere frutto dell’attuale deficit culturale. Siamo in un tempo in cui tutto diventa complotto.

Ormai non voglio dare nulla per scontato. E non voglio fare sconti a nessuno. Lungi da me ogni logica di giustificazione. Ma allo stesso tempo non posso accettare discorsi che puntano a porre limiti al giornalismo. Qui parliamo di democrazia. E non si scherza sulla sua tenuta. Su questo punto ogni giornalista ha un dovere: non arretrare nemmeno di un millimetro, non cedere alcunché. Ci sono delle parole che vengono scolpite nel cuore di ogni giornalista: sono quelle dell’articolo 21 della nostra Costituzione. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Non dimentichiamo…

La Cassazione nel lontano 1984 (con la sentenza n. 5259) in materia di libertà di stampa aveva individuato i tre presupposti in presenza dei quali si può parlare di legittimo esercizio del diritto di cronaca: la verità delle notizie pubblicate, la pertinenza delle stesse e la continenza espressiva.

Lo scorso anno, sempre la Cassazione (ordinanza n. 30522 depositata il 3 novembre 2023) ha tracciato un vero e proprio “statuto” del giornalismo d’inchiesta riconoscendo il “ruolo civile e utile alla vita democratica” del giornalismo investigativo che deve esistere ed essere tutelato anche se non approda ad una verità. Il suo valore, infatti, spiega la Corte, risiede proprio nella capacità di stimolo nei confronti della collettività, al punto che se ne devono valutare gli esiti “non tanto alla luce dell’attendibilità e della veridicità della notizia, quanto piuttosto dell’avvenuto rispetto da parte del suo autore dei doveri deontologici di lealtà e buona fede».

“Nessuna conquista è per sempre: c’è sempre qualcuno che è interessato a toglierla. Per cui resistere è, non solo un dovere, ma è anche una necessità dei giovani d’oggi, altrimenti non si va avanti.”
Maria Cervi

Image by Sepp from Pixabay

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

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