In queste ore ho ricevuto da più parti la domanda: sei d’accordo con la sospensione
dell’attività di screening gratuita nei drive in per i soggetti non vaccinati? Insomma, tamponi a pagamento per chi non si è sottoposto al vaccino? No. Questa la mia risposta. E vengo alle motivazioni. Premetto che comprendo appieno la necessità di regolamentare il flusso di chi si reca negli hub e nei drive in per effettuare il tampone. Una situazione, per certi versi, fuori controllo. E non mi riferisco alla gestione che sino ad oggi è stata attenta e scrupolosa. Con l’introduzione del greenpass, per i non vaccinati il passaggio in fiera diventa un fatto necessario. Per due ordini di motivi: senza tampone chi non si è sottoposto alla vaccinazione non può partecipare ad una cerimonia, né affrontare un viaggio… Seconda ragione: è gratis.
Non solo svago
Questo non ha fatto altro negli ultimi giorni che generare caos, code chilometriche e situazioni alle volte imbarazzanti di cui, però, vi parlerò in seguito. Ma tra le fila dei non vaccinati non ci sono solo coloro che si sottopongono al tampone per “potersi dedicare allo svago“. Piccola parentesi. Direte voi: e che c’è di male? C’è di male che se non sei vaccinato e frequenti luoghi affollati i rischi di contrarre l’infezione, di trasmetterla e di avere un decorso peggiore… sono maggiori rispetto ad un vaccinato. E quindi è per questo motivo che pesa il tampone a carico di tutti i contribuenti: un modo per tuffarsi nella mischia della movida (quanto insopportabile è questa parola) e rischiare ancora di più.
Ma tra i non vaccinati ci sono anche coloro che temono di aver contratto il virus perché esposti a situazioni critiche o chi periodicamente effettua controlli perché a contatto con persone a rischio. Certo il problema si potrebbe risolvere a monte: vaccinandosi. I rischi di contrarre l’infezione, di trasmetterla ad altri, di finire in ospedale per chi è vaccinato sono nettamente inferiori rispetto a chi non si è vaccinato. E l’ovvietà risiede negli studi che sono stati portati avanti. E che vengono portati. Quello che mi chiedo, tuttavia, è: siamo certi che con queste mosse si ottenga qualcosa dalla gente? Attraverso un’imposizione del genere si riesce a sensibilizzare il cittadino dubbioso? A mio parere si stanno polarizzando soltanto le posizioni. E ci si sgancia velocemente da una realtà drammatica.
L’ordinanza discussa
Nell’ultima ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, sono due i punti che meritano particolare attenzione.
- Tamponi a pagamento
Il costo del tampone molecolare per il contestuale rilascio del green pass è sempre a carico del richiedente. Così come i tamponi rapidi nei drive-in per i soggetti non vaccinati.
- Uffici pubblici e greenpass
Solamente chi è in possesso del green pass può accedere fisicamente agli uffici pubblici. Chi non è vaccinato dovrà utilizzare esclusivamente la modalità telematica per entrare in relazione con gli uffici pubblici. Su questa vicenda, proprio sabato 14 agosto, è stato il Garante della Privacy che ha inviato alla Regione Siciliana una richiesta di informazioni in merito alle nuove disposizioni che impediscono l’ingresso negli uffici pubblici per chi è sprovvisto di green pass. Si tratta di disposizioni introdotte dall’ordinanza presidenziale del 13 agosto 2021, n. 84, nell’ambito delle misure di contrasto della pandemia da Covid-19.
«Le misure di sanità pubblica che implichino il trattamento di dati personali – ricorda l’Autorità – ricadono nelle materie assoggettate alla riserva di legge statale e, pertanto, non possono essere introdotte con un’ordinanza regionale, ma solo attraverso una disposizione di rango primario, previo parere del Garante. Non risulta, inoltre, che i più recenti interventi normativi in tema di certificazioni verdi abbiano imposto l’esibizione di tali documenti per l’accesso dell’utenza agli uffici pubblici o similari, per cui il loro utilizzo per finalità ulteriori e con modalità difformi rispetto a quanto previsto dalla legge statale creerebbe una evidente disparità di trattamento a livello territoriale».
«Il Garante privacy quindi, oltre a chiedere chiarimenti ha invitato la Regione, già destinataria di un «avvertimento» sui trattamenti di dati personali relativi allo stato vaccinale dei dipendenti pubblici – conclude la nota del Garante – a sospendere l’efficacia di tali misure nell’ipotesi in cui siano già state messe in atto, circoscrivendo l’uso delle certificazioni verdi ai soli casi individuati dalle disposizioni di legge statali».
Insomma una situazione poco bella. E che dal punto di vista della comunicazione non giova alla collettività, fin troppo confusa e smarrita.
Come si cambia… tamponi a pagamento.
Tornando al primo punto, i tamponi a pagamento, è bene ricordare che da oggi, domenica 15 agosto, l’area Covid test drive-in dell’hub provinciale vaccinale sarà nuovamente in condizione di effettuare tamponi gratuiti alla popolazione. In conformità all’ordinanza del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, i test rapidi gratuiti all’hub provinciale potranno essere eseguiti solo:
- sui vaccinati;
- sui soggetti destinatari di misure di contact tracing;
- su chi rientra in attività di screening organizzato;
- sui convocati dall’autorità sanitaria per effettuare un tampone;
- su chi torna in Sicilia da aree geografiche per le quali è previsto il tampone obbligatorio.