La mia giornata di lavoro in redazione ha subito una scossa nella prima parte della mattinata. Oggi, lunedì 21 aprile, Pasquetta, la morte di Papa Francesco irrompe nel flusso di notizie. Mi blocco per un istante. Così come mi è capitato per altri fatti importanti, dopo aver pubblicato l’apertura del sito, ho inviato un messaggio a mia moglie. Pochi scambi di parole. E tanto silenzio.

Papa Francesco rappresenta la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova fase per la Chiesa cattolica. Lui, Jorge Mario Bergoglio, è stato il primo Pontefice finito nel vortice di un mondo sempre più permeato da notizie false e manipolazioni.

Negli ultimi mesi, persino la sua salute è stata al centro di fake news. Durante il suo ricovero al Policlinico Gemelli, sono circolate voci infondate sulla sua presunta morte, alimentate da influencer e personaggi pubblici. Tra questi, Fabrizio Corona ha dichiarato pubblicamente: “Il Papa è morto da due mesi. Se da qui ai prossimi cinque mesi uscirà un’immagine video dove parla dal vivo, io mi ritirerò a vita”. Nonostante le smentite ufficiali e le apparizioni pubbliche del Pontefice, queste teorie complottiste hanno continuato a circolare, dimostrando quanto sia facile diffondere disinformazione nell’era digitale.​

A ora di pranzo, al bar, due persone mi hanno riconosciuto e, senza tanti preamboli, mi hanno chiesto: «Ma lei che è giornalista e dovrebbe essere bene informato… quando è morto veramente il Papa Francesco?». Ho risposto in modo secco: «Oggi». Hanno riso. Di gusto. «Ma mi faccia il piacere, crede ancora a queste cose? Era morto da tempo. La Chiesa ha aspettato che passasse la Pasqua, c’è il Giubileo, serviva tenere tutto in piedi un po’». Poi, come se fosse un sigillo d’autenticità, uno dei due ha aggiunto: «Lo ha detto Corona. E quello non sbaglia. E pure lei lo sa bene…». Ho risposto scuotendo il capo in segno di dissenso e ho lasciato i due rimanendo in silenzio. A volte le parole servono meno della realtà stessa.

Jorge Mario Bergoglio, primo papa gesuita e proveniente dall’America Latina, ha segnato un’epoca di profonde trasformazioni nella Chiesa. Ha promosso riforme nella Curia, ha affrontato la piaga della pedofilia, ha sostenuto l’inclusione delle donne e si è mostrato aperto verso le persone omosessuali. La sua attenzione verso gli emarginati e la sua lotta contro le disuguaglianze sociali lo hanno reso una figura amata da molti, ma anche oggetto di critiche da parte delle frange più conservatrici della Chiesa.​ E di tutto questo oggi resta solo la discussione sulla sua «finta morte».

Sono ancora qui in redazione e penso che davvero oggi, più che mai, abbiamo bisogno di ricordare che solo la verità ci farà liberi.


By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Redattore del Giornale di Sicilia on line. Già supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

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