Dall’adolescenza in poi ho sempre osservato i festeggiamenti per il Capodanno con un pizzico di smarrimento, misto a curiosità e divertimento.
Vedo arrivare puntuale la frenesia dei preparativi: chi si da da fare per il cenone, chi fa prestiti per una vacanza, chi sistema qualche gioco d’artificio sulla strada, chi semplicemente si agita in preda a una euforia che poi è molto diffusa.
Alla fine mi ritrovo, quasi sempre, a osservare dopo la mezzanotte il calendario nuovo. In particolare quello appeso in cucina. È un calendario fortunato. È quello che ha superato la selezione tra le decine di calendari elargiti dai negozianti. Lo guardo e sorrido. Il gesto concreto del Capodanno è in fondo semplicissimo: buttare il vecchio calendario e fare spazio a quello nuovo. Nulla di più.
Il capodanno è forse anche la festa del nuovo calendario.
Il tempo nella sua essenza è lineare ma per noi è come se si piegasse in cerchi. O meglio siamo noi che lo pieghiamo e lo facciamo per scandire la vita con rituali che ci danno l’illusione del controllo e della ripartenza.
Ci illudiamo di chiudere una porta e di aprirne un’altra, esorcizzando paure e incertezze e coltivando speranze nuove.
Cantava il mio caro Battiato: “Se vuoi conoscere i tuoi pensieri di ieri osserva il tuo corpo oggi. Se vuoi sapere come sarai domani osserva i tuoi pensieri di oggi”
Capodanno sì, capodanno no… Cosa ci resta al di là del tempo misurato?
Penso a tre cose: i nostri legami, le nostre azioni e reazioni e i valori.
Nel tempo trascorso ci sono le persone che abbiamo amato e che continuano a camminare accanto a noi; i sogni che non vogliono essere abbandonati; i passi fatti, anche quelli incerti, che ci hanno condotto dove siamo ora.
Insomma nell’appendere il calendario in cucina l’unica e vera riflessione che, a mio parere, dovremmo fare è quella di capire come intendiamo “abitare” il tempo che ci è dato e farci una domanda semplice: cosa mi porterò del passato nel tempo che ci attende?

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

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