L’editore Facebook con il suo algoritmo è stato impegnato in queste ore a distribuire, con sapienza e profitto, i commenti dei colleghi giornalisti sulle ultime vicende di cronaca.
Posizioni e spunti diversi degni di un ambizioso florilegio.
Tutti ci cadiamo. È, per certi versi, inevitabile. Chi con nobili propositi, chi con spirito di vendetta, chi per, un non troppo malcelato, narcisismo.
Forse dovremmo cominciare da una semplice riflessione: è opportuno?
Senza voler limitare o mortificare il diritto a esprimere liberamente il proprio pensiero, cosa accadrebbe se per primi noi giornalisti ci mantenessimo all’interno dei “luoghi” in cui prende forma il lavoro di cronaca e di opinione?
Lettori e operatori dell’informazione condividono oggi lo stesso ecosistema digitale. Quanto lavoriamo perché il rapporto si mantenga sano ed equilibrato?