Redbull a Palermo, la Parodia. Ho condiviso sulla mia pagina Facebook il video parodia realizzato da Matranga & Minafò.

S’intitola “𝗣𝗮𝗹𝗲𝗿𝗺𝗼. 𝗟𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮̀. Parodia spot #redbull”. Nella descrizione del video si legge: “Di recente abbiamo visto nello spot della #redbull la nostra città pulita, senza buche, senza traffico. Un sogno, insomma. Noi vi mostreremo, purtroppo, la vera Palermo, quella di chi la vive ogni giorno con grandi difficoltà. 𝗦𝗰𝘂𝘀𝗮 𝗣𝗮𝗹𝗲𝗿𝗺𝗼, 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗲̀ 𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮̀… 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗹𝘁𝗿𝗮 𝗲̀ 𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗱𝗶𝗮! Sappiamo che ci sono tante altre discariche in giro“.

Il video originale “Ciao Palermo, Monza is calling | Il viaggio di Max Verstappen verso il Gran Premio d’Italia” ha generato un dibattito che mi è risultato a tratti fastidioso e con polemiche davvero surreali. Sì, perché la bellezza di uno spot che ha fatto e continua a fare il giro del mondo si è scontrata con il nostro provincialismo. Bisogna prenderne atto. Palermo affonda nel suo provincialismo che camuffa in mille modi, si cela abilmente in certi ambienti borghesi, appare palese in quella parte di cittadinanza che vive ai margini dei circuiti produttivi e decisionali.

Palermo è una città che non è ancora in grado di guardare al di là del proprio specchietto retrovisore. Ed è così che una mattina di caos nel traffico – per consentire le riprese di questo spot – è divenuta il carburante di una polemica per certi versi pretestuosa, per altri eccessiva. E in ogni caso sterile, infruttuosa.

Fatto sta che il video spot è bello. E mostra il bello. Così come uno spot deve fare. Non parliamo né di un documentario, né di un video denuncia. Stiamo parlando di uno spot. Una produzione video pensata per piacere e affascinare.

Guardatelo.

Redbull a Palermo, la Parodia.

Ieri mattina, giovedì 30 settembre, viene pubblicata la parodia. Nulla da ridire sul lavoro di Matranga e Minafò che colgono il malumore dei palermitani, giocano sull’immagine del lapino e sulla munnizza per generare consenso e engagement. Ecco la parodia:

Sicuramente il video di Matranga e Minafò potrà anche strappare un’amara risata. Ma quell’amaro diviene insopportabile subito dopo la visione. Sì, perché quel video parodia tira fuori il peggio del palermitano. Basta immergersi per qualche istante nel flusso di commenti per comprendere gli effetti del video.

Viene fuori il prototipo del cittadino medio. Colui che è pronto con una mano a sguainare la spada contro “usinnacuollando” (il sindaco Leoluca Orlando) e con l’altra mano è altrettanto pronto a lanciare il sacchetto di immondizia in una delle tantissime discariche abusive. Una delle tantissime discariche che lui stesso ha creato e condanna. Allo stesso tempo. Alla faccia anche del principio di non contraddizione di Aristotele.

Per il palermitano, infatti, una cosa può essere se stessa e il suo contrario nello stesso momento.

Probabilmente il video di Matranga e Minafò genera – involontariamente – un corto circuito. Durante la visione lo spettatore salta a pie’ pari un passaggio: quello dell’analisi del problema discariche. Discariche generate per lo più dall’inciviltà del panormosauro che abbandona i rifiuti anche in mezzo ad una carreggiata. A ridosso degli spazi per la raccolta differenziata o alle spalle dei cassonetti. Le foto scattate ne sono la prova.

Il giro attorno ad un frigorifero o altri ingombranti, facendo parodia del giro in testa coda ai Quattro Canti, si conclude con un gesto che riassume l’animo panormita. Il lancio della buccia di banana fuori dal finestrino. Per la serie: questo con tutto il resto.

Chi guarda questo video vive una sorta di auto redenzione dal proprio peccato originale. Perché la città vera non è quella bella di uno spot ma quella brutta e sporca. Perché in fondo fa comodo. O meglio, serve. Perché in questo modo il palermitano si sente meno in colpa. Meno nell’errore. Si redime dal suo peccato perché il suo peccato, in questo caso sporcare gli spazi pubblici, è sovrastato dallo sporco che lo circonda.

Ben venga la voglia di sorridere. E di ridere anche di noi stessi. Un po’ meno serve lo scrollarsi di dosso le responsabilità. Le stesse che ci tengono attaccati al clacson della nostra auto. Vittime delle doppie file che noi stessi generiamo. Perché tutti siamo santi e siamo demoni. Anche allo stesso tempo. Anche quando andiamo a comprare il pane. Il pane quotidiano dell’insofferenza.

Redbull a Palermo, la Parodia.

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

6 thoughts on “Redbull a Palermo. Quel video parodia che redime i peccatori”
  1. Caro Giovanni,
    dopo mia moglie, sposo ogni tua singola parola. 😂😂
    Sei un grande! Un abbraccio

    Riccardo Perissinotto

  2. Condivido ogni singola parola, infatti in minori righe ho espresso lo stesso concetto, commentando l’articolo su palermotoday. Come ho già detto, tantissimi palermitani preferiscono essere rappresentati dalla parodia di Matranga e Minafó.

  3. Ciao,
    Vivo da più di vent’anni in Emilia e devo dire che quando vengo a Palermo, godo della sua bellezza e soffro per la sua trascuratezza.
    A mio parere le colpe vanno divise al 50%.
    È vero, il palermitano è il primo a sporcare, a creare il traffico non rispettando il codice della strada e a parcheggiare in maniera scomposta, ma è anche vero che il cittadino di Palermo viene lasciato da sempre in balia di se stesso dall’amministrazione comunale.
    A volte basterebbe qualche piccolo accorgimento….qualche esempio?
    Se rifacessero le strisce in viale Regione Siciliana, probabilmente chi si trova in fase di sorpasso si metterebbe a sx e chi no a dx.
    La totale mancanza di strisce ci porta a muoverci in maniera scombinata e l’ampiezza della strada permette di formare anche 4 corsie immaginarie, creando il caos.
    Se si mettesse un cestino ogni 50 mt in tutte le strade, probabilmente il cittadino si sentirebbe invogliato a cestinare il tovagliolo dopo aver mangiato un’arancina piuttosto che gettarlo per terra…

  4. Io l’ho visto piu’ come denuncia dell’incivilta’ panormita, proprio perche’le riscariche selvagge le creano I palermitani, quelli del sinnacollando.

  5. Anche a me la parodia non è piaciuta. È bello guardare il bello, la monnezza la conosciamo e non abbiamo bisogno di pubblicizzarla. Li inviterei ad aspettare i creatori delle discariche per intervistarli.

  6. Come disse il grande Totò Schillaci, sono totalmente d’accordo al 50%. Vero è che esiste l’inciviltà dei palermitani che che considerano gli spazzi pubblici semplicemente pattumiere e quindi si sentono autorizzati a buttare per le strade di tutto, ma è altrettanto vero che ciò avviene perchè chi ha la responsabilità di amministrare questa città non ha mai saputo o voluto fare niente per correggere questa inciviltà. Se un cittadino si trova in una strada pulita e ben curata, ci penserà 1000 volte prima di buttare per terra anche un semplice fazzoletto di carta. “L’Ollando” ne è il più grande colpevole visto che è il sindaco più longevo di Palermo. Non ha voluto o non ha saputo gestire l’AMIA, la Gesip ed adesso la RAP, con un esercito di operai Palermo affonda nella spazzatura. Il nostro Ollando ha imposto ai cittadini il Tram, perchè la rete metrò era sponsorizzata dell’allora Presidente della Provincia di Palermo Avv. Musotto, non perchè c’era una ragione più valida sulla scelta del Tram contro la metropolitana. La parte politica che viene rappresentata dal nostro Ollando ormai da tempo sa solo dire no, no a tutto. No alle discariche, no agli inceneritori, no ai termovalorizzatori. queste scelte ideologiche stanno facendo affondare l’isola in mezzo ad un mare di spazzatura. Scelte ideologiche stupide e propinate da imbecilli che poi hanno anche la sfacciataggine di lamentarsi se il costo del riscaldamento è esagerato, se il costo dell’energia elettrica è un furto. Sempre per posizioni ideologiche ottuse ed assurde ricordo a tutti che per una presunta tutela ecologica dell’ambiente è stato bocciato il progetto della sopraelevata di viale Regione Siciliana, di quel progetto che avrebbe veramente decongestionato la città dagli ingorghi e quindi dall’inquinamento ci sono rimasti i plinti sopra i quali sarebbero stati collocati i pilastri della sopraelevata. Plinti che giornalmente ci ricordano della monumentale “minchiata” fatta per assecondare ancora una volta scelte ideologiche ottuse, e per la vergogna di quanto combinato, il nostro Ollando o chi per lui ha deciso di nascondere i plinti piantandoci tutt’attorno centinaia di buganvillee. Sempre per assecondare un presunto ecologismo ideologico propinato da imbecilli decidiamo di chiudere le raffinerie petrolifere di Gela e di Augusta, ma in contemporanea il Governo Nazionale autorizza nuove trivellazioni nelle coste sud della Sicilia e nell’entroterra Gelese, con il tragico risultato che adesso il petrolio siciliano viene raffinato in Liguria e dopo da perfetti “coglioni” ci ricompriamo la benzina ed il Gasolio realizzati con il nostro petrolio. Concordo con quanto contenuto nell’articolo e suggerisco di fare le battaglie per i termovalorizzatori che ci permetteranno di smaltire i rifiuti e produrre energia elettrica, pretendere la realizzazione della sopraelevata si viale Regione Siciliana per veramente decongestionare il traffico cittadino, altro che la recente “cazzata” del tunnel sottomarino. Dobbiamo creare un movimento di opinione affinchè il nostro petrolio sia veramente nostro e non essere costretti a ricomprarcelo.

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