Un ritorno alle radici per una semina particolare: quella della consapevolezza sui social e sui rischi connessi alla Rete. Oggi è stato, infatti, un giorno particolarmente emozionante. Ho avuto l’opportunità, grazie al coinvolgimento del professore Francesco Iurato e alla preziosa presenza della professoressa Germana Porcasi, di tornare nelle aule dell’Istituto Salesiano Don Bosco Villa Ranchibile per sedere, si fa per dire, dall’altro lato della barricata. Ho preso parte aI “PCTO” su social e comunicazione. Uno dei percorsi offerti dalla scuola per sviluppare competenze trasversali e favorire l’orientamento. Insomma, parliamo di quelli che fino a qualche anno fa erano conosciuti con l’etichetta “alternanza scuola lavoro”.
Nel corso dell’incontro ho affrontato, con un gruppo straordinario di studenti, quello che è il presente e ciò che sarà il futuro del giornalismo digitale. Parlo di gruppo straordinario perché difficilmente ci si ritrova di fronte a una classe che manifesta un costante interesse e vivaci interazioni per tre ore. Sì, tre ore di incontro denso di spunti reciproci.
Il corso si è, in particolare, concentrato su tre tematiche cruciali dell’informazione online: consapevolezza social, intelligenza artificiale e fake news. Abbiamo esplorato il ruolo dell’intelligenza artificiale nella nostra società e nei diversi ambiti di applicazione. Si è riflettuto tanto sull’importanza dell’essere consapevoli dei rischi connessi all’utilizzo di social e AI. Abbiamo anche organizzato un laboratorio pratico dedicato alla stesura di un piano editoriale per i social.
Ma ciò che più porto dentro di questo incontro all’istituto Don Bosco Villa Ranchibile sono i volti di quelle ragazze e di quei ragazzi e dell’umanità che grazie a loro ho respirato in tre ore di incontro. Abbiamo parlato tanto di empatia e quasi per magia abbiamo sperimentato anche come in un gruppo di quasi sessanta persone possano costruirsi all’improvviso relazioni autentiche e solidali. Un antidoto potente contro la polarizzazione che l’online sta sempre più imprimendo nella società reale. Ponti anziché muri, il prevalere della comprensione sul giudizio e l’inclusione sull’isolamento.
L’empatia è ciò che ci rende veramente umani e ci eleva al di sopra di ogni differenza. Oggi questo gruppo di lavoro mi ha fatto ben sperare sul futuro che ci attende. Spero che quanto seminato oggi possa essere un prezioso punto di partenza per il loro percorso umano, e non solo.