Un luogo che dovrebbe essere tutelato e preservato da ogni tipo di crisi è il bar. Uno spazio incantato, avvolto da un’atmosfera difficile da definire. Per certi versi un prolungamento della propria casa, per altri versi un rifugio.
Soprattutto nelle prime ore dell’alba, amo lasciarmi avvolgere dai suoi rumori, dalla macchina del caffè al tintinnio delle tazzine. Si crea una sinfonia all’apparenza anche fastidiosa. Ma si aggiungono aromi di caffè appena macinato e l’odore avvolgente delle produzioni da forno.
Ci sono chiacchiere vivaci ma anche un parlottio sommesso, sorrisi condivisi al banco che generano un senso di comunità. Magicamente però si piomba anche in momenti di silenzio che offrono uno spazio per la riflessione e per un reset personale.
Si compie la magia dell’istante. Una magia che se colta si porta con sé nel corso della giornata.
Oggi sveglia di buon mattino e tappa al bar. Dalle casse la voce di Toto Cutugno. E un salto indietro nel tempo. In anni che, forse, scorrevano in modo più lento ma che lasciavano il tempo di assaporare appieno il presente.
E così, con la lentezza di quel tempo, assaporo il mio caffè macchiato. Grazie bar di esistere!